Ryan Kittleman, un poliedrico artista a tutto tondo

Ryan Kittleman è un artista, musicista e regista pluripremiato con sede a San Francisco.
Il singolo That Summer Feeling è tratto dalla sua ultima release, Let Me Go Warm, che rappresenta  un omaggio ai dischi underground degli anni ’70, combinando elementi di psych-rock, cumbia, folk e free jazz per creare una meditazione ossessionante sull’isolamento e la fuga.
Ryan ha registrato in remoto per sei mesi nel suo studio in California ed ha arruolato un gruppo di musicisti e produttori italiani per creare un’opera grintosa ed eclettica di psichedelia globale, che ricorda Arthur Lee, Pink Floyd e Jethro Tull.

Ryan ha iniziato la sua carriera musicale da adolescente nella scena punk di New York, prima di addolcirsi in un ambiente psych-folk in California.
Il suo primo disco, l’album Savant by The Three Potato 4, è stato pubblicato dalla leggendaria etichetta Best Kept Secret di Alessandro Crestani a Vicenza ed ha ottenuto il plauso della critica in tutta la scena indie-pop internazionale.
Oltre alla musica, i dipinti di Ryan sono stati esposti in numerosi musei e gallerie, tra cui il Museum of Northern California Art e il Morris Graves Museum of Art.
Il suo cortometraggio, This Is How You Cry, è stato recentemente premiato dal Valencia Indie Film Festival, dai New York Independent Cinema Awards, dagli Art Film Awards della Macedonia e altri.

Ecco come ha risposto alle nostre domande:

1) Come sei entrato nell’industria musicale?
Ho iniziato a suonare quando avevo 14 anni. Allora suonavo in gruppi punk e hardcore a New York. L’atteggiamento “fai-da-te” e la pura espressione musicale di quei primi giorni mi sono sempre rimasti impressi. Successivamente mi sono trasferito in California e la mia musica è diventata più dolce, più complessa e combina molti stili, ma mi vedrò sempre come un artista outsider disadattato (ride).

2) Qual è stata l’ispirazione per la tua versione del singolo “The Summer Feeling”?
È sempre stata una delle mie canzoni preferite. La versione originale di Jonathan Richman è un bellissimo inno all’infanzia. È triste, ma non deprimente. È nostalgico, ma non frivolo. Per dargli un tocco personale, ho aggiunto un arrangiamento latino e l’ho ravvivato un po’. Il mio obiettivo era bilanciare l’ “estate” con quel “sentimento” malinconico. Penso che crei un bel contrasto.

3) Raccontaci qualcosa del tuo viaggio nella musica
Tendo ad andare ovunque mi porti la mia ispirazione, indipendentemente dal risultato. A volte funziona, a volte no. Il risultato potrebbe essere lo-fi e “poppy”, o grandioso e all’avanguardia. Ogni album è diverso e io preferisco che sia così. Mi aiuta a rimanere agile in modo creativo.

4) Chi ti ha aiutato di più nel tuo viaggio?
Amici con grande gusto per la musica. È una sensazione molto speciale quando qualcuno mi presenta nuova musica che poi mi lascia a bocca aperta. Ricollega tutto nel mio cervello e mi fa guardare tutto in modo diverso. Sono anche grato per tutti i musicisti fantastici con cui ho lavorato nel corso degli anni. Le loro idee e prospettive diverse hanno portato la mia musica in luoghi che non avrei mai potuto immaginare da solo.

5) Cosa fai oggi?
Prendo sempre una piccola pausa dalla musica dopo aver finito un album. Mi aiuta ad avere una prospettiva su ciò che ho creato e su ciò che spero di creare in futuro. In questo momento sto lavorando a una serie di dipinti per una mostra qui in California.

6) Raccontaci qualcosa dei tuoi progetti futuri?
Il mio prossimo progetto musicale sarà tutto strumentale, proprio come le canzoni “Canopy” e “Café Culture” del mio album attuale. Ultimamente mi sono appassionato al free jazz e al tropicalia, quindi continuerò ad esplorare questi stili.

7) Qualche messaggio per i nostri lettori?
Ama l’arte che fai, anche se nessun altro lo fa!

Grazie Ryan Kittleman.

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